venerdì 11 marzo 2016

Marano, Erik Pretto al sindaco: "Riscopriamo le tradizioni"


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Il capodanno veneto, fissato per il 1º marzo, era una festività riconosciuta dalla Serenissima Repubblica di Venezia, e fu celebrato ufficialmente nei nostri territori fino all’invasione francese del 1797. L'uso di fissare l'inizio dell'anno in corrispondenza dell'inizio della primavera e del risveglio naturale della vita era pratica arcaica molto diffusa e riscontrabile anche in altri calendari in uso presso varie popolazioni europee antiche.
La tradizione del capodanno veneto tuttora sopravvive nelle usanze di alcune zone della pedemontana vicentina, dell'altopiano di Asiago e in varie feste locali del Trevigiano e del Padovano, che la ricordano con la festa del Brusa Marso, o Bati Marso o Ciamar Marso, che significa risvegliare l'anno nuovo. In certe zone si offre tutt'oggi lo spettacolo di grandi falò per propiziare l'anno nuovo, dove la popolazione partecipa con processioni lungo le strade, battendo su pentole e coperchi con l'idea che il rumore scacci il freddo Febbraio, lasciando dunque spazio al tepore della primavera e ad un nuovo ciclo di vita della natura.
Cogliendo l’occasione di questa ricorrenza, simbolica per tutti i Veneti, propongo all’Amministrazione Comunale di Marano Vicentino di omaggiare i nostri concittadini mediante:
- l’organizzazione di un ciclo di eventi culturali atti a riscoprire le tradizioni, la cultura, l’identità e la lingua veneta, con il coinvolgimento del locale Istituto Comprensivo, della Biblioteca Civica e delle associazioni maranesi;
- la collocazione in uno spazio pubblico prestigioso di una insegna raffigurante il Leone di San Marco, simbolo condiviso e riconosciuto del Popolo Veneto, sotto forma di scultura o bassorilievo, magari in occasione dei prossimi lavori di riqualificazione di Piazza Silva previsti da questa Amministrazione Comunale, come recentemente effettuato anche da alcuni Comuni limitrofi (si citano a solo titolo di esempio i Comuni di Isola Vicentina e Thiene).

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