venerdì 27 giugno 2014

Valdastico Nord: I sindaci in coro a Renzi: “Vogliamo l’autostrada”


La Valdastico Nord s’ha da fare. E Matteo Renzi lo deve sapere. Quarantadue tra sindaci e loro delegati si sono riuniti oggi a Verona con la presidenza della Holding e dell’Autostrada Brescia-Padova (Attilio Schneck, Flavio Tosi e Bruno Chiari) per firmare un documento in cui invitano il Presidente del Consiglio a dare l’ok per il prolungamento della A31 da Piovene Rocchette verso nord indipendentemente dal ‘no’ secco e deciso pronunciato dalla Provincia autonoma di Trento nei confronti del tratto autostradale Valdastico Nord. Presente all’incontro anche l’Onorevole Filippo Busin, sostenitore dell’opera e promotore dell’iniziativa di oggi insieme a Schneck e a Tosi.
La proposta, che rientra nella Legge Obiettivo dedicata alle opere prioritarie per il Paese e di conseguenza hanno un iter agevolato, sarà presentata al Premier lunedì 16 giugno, in occasione dell’Assemblea di Confindustria Vicenza e Verona che si terrà a Gambellara. Matteo Renzi aveva chiesto ai Sindaci di sottoscrivere entro il 15 giugno la richiesta di realizzazione di un obiettivo che per loro era prioritario. Nel territorio dell’Alto Vicentino è stata identificata la Valdastico Nord e in collaborazione con Autostrada oggi sono state raccolte le prime firme e la raccolta proseguirà domani per coloro che non erano presenti all’incontro di oggi.
Non c’erano solo i Sindaci dell’Alto Vicentino alla riunione di Verona, ma anche del padovano e di zone limitrofe, a testimoniare l’importanza di un tratto autostradale che è da tempo al centro di discussioni. Se da un lato c’è che definisce il prolungamento della A31 uno scempio al territorio voluto solo per fare soldi, dall’altro in molti vedono nel tratto Piovene Rocchette-Besenello una grande opportunità per creare posti di lavori e per accorciare le distanze non solo con il Trentino ma con tutto il nord dell’Europa.
La maggior parte dei Sindaci dell’Alto Vicentino infatti si è sempre schierata a favore della Valdastico Nord. E ora che, dopo le recenti amministrative, molte amministrazioni sono cambiate, il discorso è stato riportato sui tavoli per essere condiviso e definito una volta per tutte.
‘La richiesta parte dal territorio e Autostrada Brescia-Padova se ne fa portavoce – ha commentato il presidente della Holding Attilio Schneck – Subito dopo le elezioni era giusto riprendere il discorso per sensibilizzare i nuovi Sindaci in un argomento così importante per il territorio e fare la richiesta al premier’.
Anna Bianchini (ThieneOnLine) 13.06.2014

lunedì 16 giugno 2014

INTERPELLANZA: STAZIONE FERROVIARIA DI MARANO VICENTINO

Nell’articolo de “Il Giornale di Vicenza” intitolato “Una stazione da terzo mondo” del 12/06/2014 (pag. 29) è stata ripresa la spinosa questione della stazione ferroviaria di Marano Vicentino, che da diverso tempo versa in una situazione di assoluto degrado vista la chiusura dell’edificio ai naturali utilizzatori, ovvero ai pendolari della tratta ferroviaria Schio-Vicenza. A questo si aggiungono la totale mancanza di manutenzione allo stesso stabile, il costante non funzionamento della biglietteria automatica, il dissesto del manto stradale che conduce alla stazione stessa e la mancanza di parcheggi adeguati per le auto e di pensiline per riporre motorini e biciclette. Come se ciò non bastasse, si ricorda inoltre che, notoriamente, vista la lontananza dal centro abitato dello scalo e la mancanza di adeguati controlli, l’area circostante la stazione di Marano Vicentino è frequentata da persone poco raccomandabili che sovente incutono timori nei giovani pendolari.
Nel suddetto articolo l’Assessore alla Qualità del Territorio, rispondendo agli stessi pendolari promotori di questo appello, ha dichiarato che l’Amministrazione Comunale intende asfaltare la strada che conduce alla stazione, predisporre i parcheggi, realizzare un percorso ciclopedonale sicuro ed affidare in gestione lo stabile della stazione ferroviaria alle associazioni locali.
Ricordando che un progetto non è tale senza avere una previsione chiara sui costi e sui tempi della sua realizzazione, siamo a chiedere:

  • Quando si prevede di iniziare e concludere i lavori di asfaltatura della strada e di predisposizione dei parcheggi per le auto? Quando costerà quest’opera e da quali capitoli del bilancio comunale proverranno le risorse necessarie a realizzarla?
  • Quando si prevede di iniziare e concludere i lavori di realizzazione della pista ciclopedonale? Se ne conosce già il tracciato definitivo? Esiste già un progetto esecutivo? Quando costerà quest’opera e da quali capitoli del bilancio comunale proverranno le risorse necessarie a realizzarla?
  • Quando si prevede di iniziare e concludere i lavori di restauro dell’edificio della stazione ferroviaria? L’apertura perlomeno dei locali al piano terra sarà garantita ai pendolari? A quali associazioni sarà dato in gestione lo stabile? In base a quale criterio?
  • È stata verificata la possibilità di accedere a bandi regionali o comunitari che permettano al Comune di Marano Vicentino di non farsi carico della totalità dei costi necessari?
Distinti saluti,

Il Capogruppo consiliare di “Noi di Marano”
Erik Umberto Pretto

 

sabato 14 giugno 2014

Una stazione da terzo mondo

L'edificio è in degrado mentre la strada d'accesso è un disastro Il Comune: «C'è un progetto ma non abbiamo soldi per realizzarlo»
La strada è dissestata e piena di buche, i parcheggi sono inesistenti, la sala d'attesa sbarrata, la pensilina e i muri scrostati ricoperti da graffiti. Questa la realistica e degradante fotografia scattata alla stazione dei treni di Marano, la quale, nonostante sia utilizzata quotidianamente dai pendolari locali, è in realtà uno scalo fantasma perchè ormai da anni non effettua più il servizio di biglietteria. A lamentarsi per questa situazione di degrado e per la totale mancanza di servizi in zona sono proprio gli utenti. Stanchi di dover quotidianamente mettere alla prova le sospensioni delle loro auto, di essere costretti a lasciare biciclette o motorini fuori alle intemperie e di non poter aspettare l'arrivo del treno seduti in una confortevole sala d'attesa, ora chiedono una soluzione.
«Siamo davvero esasperati - spiegano - perché è da tanti anni che ci lamentiamo di questa situazione ma sembra che nessuno voglia assumersi la responsabilità di trovare una soluzione. (...)
Da Il Giornale di Vicenza.

venerdì 13 giugno 2014

Ballottaggi, tutti i sindaci trombati: chi alza le tasse, perde


Il verdetto delle amministrative 2014, al di là dei successi o delle sconfitte di Pd, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, è uno solo: gli elettori hanno bocciato gran parte di sindaci e amministrazioni uscenti. Se gli 80 euro in più in busta paga hanno fatto vincere le europee a Matteo Renzi, i 40, 50, 60 euro in più di tasse legate alle addizionali Irpef hanno provocato il risultato contrario, penalizzando e non poco chi quelle imposte, volente o nolente, le ha alzate. Il messaggio è chiaro: se continuate a massacrarci di gabelle, vi mandiamo a casa.
Sindaci trombati - La lista dei sindaci uscenti bocciati è impressionante: Donato Gentile (centrodestra) a Biella, Franco Tentorio (centrodestra) a Bergamo, Oreste Perri (centrodestra) a Cremona, Alessandro Cattaneo (centrodestra) a Pavia, Ivo Rossi (centrosinistra) a Padova, Wladimiro Boccali (centrosinistra) a Perugia, Luigi Albore Mascia (centrodestra) a Pescara. Al primo turno, era capitato anche a Roberto Cenni (centrodestra) a Prato. E poi due ribaltoni storici in roccaforti della sinistra come Livorno (per 68 anni "rossa" e ora 5 Stelle) e Potenza, dove i sindaci uscenti non erano stati confermati.
Il cambio del candidato, però, non ha cambiato la musica. A Padova il vero sindaco uscente era Flavio Zanonato, che nel 2013 lasciò la poltrona al suo vice Rossi per diventare ministro di Letta. Molti addebitano il ko del mite Ivo proprio a Zanonato e al suo dominio incontrastato nell'ultimo decennio sulle rive del Brenta.
L'eredità fiscale - Come Ruggeri a Livorno, anche Rossi paga un'eredità fallimentare sul piano locale a cui si è aggiunta la mazzata dell'inasprimento fiscale accentuato dagli ultimi tre governi, Monti, Letta e Renzi. Tasse peraltro già cresciute del 137,9% tra 1995 e 2010, anno in cui tutti i sindaci trombati domenica erano già stati eletti. A marzo, con il governo Renzi appena insediato, è arrivata l'ultima mazzata con gli aumenti a pioggia delle addizionali. E tra qualche settimana arriveranno i verdetti sulla Tasi. Se volete scoprire come finiranno le prossime amministrative, date un'occhiata a chi alzerà di più le aliquote. Quasi sicuramente, gli italiani non lo voteranno.
Da Libero Quotidiano del 09.06.2014