Marano
Vicentino – Uno degli
obiettivi più importanti, in materia ecologica, contenuto nel programma
elettorale della lista civica “Marano Bene Comune” che ora amministra e che si
ripresenta davanti ai cittadini per chiedere la loro fiducia, era proprio la
lotta all’amianto. Almeno così avevano scritto sul loro documento
programmatico, fatto di tante promesse non mantenute. Un documento già più
volte definito “libro dei sogni”. In questo programma elettorale, al
capitolo “Qualità del Territorio”, così si descriveva il futuro lavoro
dell’amministrazione comunale: “Ci impegneremo, inoltre, a contrastare
l’abbandono selvaggio dei rifiuti sul nostro territorio, con speciale
attenzione ai rifiuti pericolosi, come l’amianto, incentivandone il corretto
smaltimento”.
Siamo però sicuri che l’amianto non ce l’abbiano sempre avuto proprio sopra la testa? A volte non servono approfondite ricerche, per scovare i problemi. Osservando l’edificio comunale, si nota chiaramente che circa la metà della sua copertura, in particolar modo quella che sovrasta i locali destinati all’ufficio tecnico, è fatta di lastre ondulate che sembrano proprio essere Eternit. Possibile che non se ne siano mai accorti? Non hanno mai alzato lo sguardo dal parcheggio retrostante il municipio? Il Sindaco non ha mai volto lo sguardo in basso, dall’alto del suo ufficio all’ultimo piano del palazzo comunale? O si è forse preferito non vedere?
Non ci risulta che l’amministrazione comunale abbia promosso specifiche analisi per capire se queste lastre contengano davvero questa pericolosa sostanza, la cui rimozione è incentivata e promossa su tutto il territorio nazionale. Inutile ricordare che Eternit è sinonimo di amianto o asbesto, prendendo il nome dalla fabbrica che lo produceva e lavorava. L’Eternit è tossico, pericoloso per l’ambiente e dannoso per la salute. La legge 27 marzo 1992, n. 257 ha messo al bando tutti i prodotti contenenti amianto, vietandone la produzione, l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione.
Enti, aziende e cittadini sono a conoscenza della pericolosità dell’Eternit e la questione dello smaltimento è diventata di primaria importanza. La legge prevede procedure specifiche e rigide per lo smaltimento e per la bonifica delle strutture che lo contengono. Per questo, Regioni e Governi hanno cercato di sostenere quegli Enti pubblici (virtuosi per davvero) che avevano la necessità di attuare un programma di bonifica, mettendo a disposizione fondi ed aiuti tramite appositi bandi. L’ultimo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, secondo quanto disposto per l’anno 2016, dal Decreto 21 settembre 2016. Le domande andavano presentate entro il 30 aprile 2017 e sono disponibili diversi milioni di euro per la progettazione degli interventi di bonifica dell’amianto sugli edifici pubblici.
Ha mai pensato l’amministrazione comunale uscente di far analizzare con attenzione la copertura del municipio per verificare la presenza di amianto, e di partecipare eventualmente a questo genere di bandi che offrono la possibilità di una concreta messa in sicurezza degli edifici pubblici? In cinque anni di amministrazione, non era forse questa una priorità da seguire con attenzione? Sarebbe stata la corretta applicazione di una parte del programma elettorale. Ma forse i nostri amministratori erano troppo presi nella gestione di incontri e feste, dall’autocelebrazione, impegnando per questi scopi discutibili anche fondi pubblici ed il lavoro di alcuni dipendenti comunali. A festa conclusa, però, le parole sono volate ed i problemi rimangono: toccherà ad altri la loro soluzione.
Erik Pretto – Capogruppo consiliare di “Noi di Marano – Progetto veneto”
Siamo però sicuri che l’amianto non ce l’abbiano sempre avuto proprio sopra la testa? A volte non servono approfondite ricerche, per scovare i problemi. Osservando l’edificio comunale, si nota chiaramente che circa la metà della sua copertura, in particolar modo quella che sovrasta i locali destinati all’ufficio tecnico, è fatta di lastre ondulate che sembrano proprio essere Eternit. Possibile che non se ne siano mai accorti? Non hanno mai alzato lo sguardo dal parcheggio retrostante il municipio? Il Sindaco non ha mai volto lo sguardo in basso, dall’alto del suo ufficio all’ultimo piano del palazzo comunale? O si è forse preferito non vedere?
Non ci risulta che l’amministrazione comunale abbia promosso specifiche analisi per capire se queste lastre contengano davvero questa pericolosa sostanza, la cui rimozione è incentivata e promossa su tutto il territorio nazionale. Inutile ricordare che Eternit è sinonimo di amianto o asbesto, prendendo il nome dalla fabbrica che lo produceva e lavorava. L’Eternit è tossico, pericoloso per l’ambiente e dannoso per la salute. La legge 27 marzo 1992, n. 257 ha messo al bando tutti i prodotti contenenti amianto, vietandone la produzione, l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione.
Enti, aziende e cittadini sono a conoscenza della pericolosità dell’Eternit e la questione dello smaltimento è diventata di primaria importanza. La legge prevede procedure specifiche e rigide per lo smaltimento e per la bonifica delle strutture che lo contengono. Per questo, Regioni e Governi hanno cercato di sostenere quegli Enti pubblici (virtuosi per davvero) che avevano la necessità di attuare un programma di bonifica, mettendo a disposizione fondi ed aiuti tramite appositi bandi. L’ultimo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, secondo quanto disposto per l’anno 2016, dal Decreto 21 settembre 2016. Le domande andavano presentate entro il 30 aprile 2017 e sono disponibili diversi milioni di euro per la progettazione degli interventi di bonifica dell’amianto sugli edifici pubblici.
Ha mai pensato l’amministrazione comunale uscente di far analizzare con attenzione la copertura del municipio per verificare la presenza di amianto, e di partecipare eventualmente a questo genere di bandi che offrono la possibilità di una concreta messa in sicurezza degli edifici pubblici? In cinque anni di amministrazione, non era forse questa una priorità da seguire con attenzione? Sarebbe stata la corretta applicazione di una parte del programma elettorale. Ma forse i nostri amministratori erano troppo presi nella gestione di incontri e feste, dall’autocelebrazione, impegnando per questi scopi discutibili anche fondi pubblici ed il lavoro di alcuni dipendenti comunali. A festa conclusa, però, le parole sono volate ed i problemi rimangono: toccherà ad altri la loro soluzione.
Erik Pretto – Capogruppo consiliare di “Noi di Marano – Progetto veneto”
Vicenzareport 02.05.2017
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